giovedì 25 aprile 2013

se il Pd non rispetta le minoranze contrarie al governo Letta, straccio la tessera

Se verranno espulsi dal Pd i parlamentari che non daranno la fiducia a Letta dopo averlo dichiarato apertamente (tutt'altro comportamento rispetto a quello dei famigerati 101 franchi tiratori), straccerò immediatamente la tessera del Pd. Anzi eviterò di rinnovarla come invece prevedevo di fare a breve.
La disciplina di partito per me non può essere in contrasto con la logica dell'assenza di vincolo di mandato in Parlamento e deve al massimo dispiegarsi in un certo numero di votazioni contro le indicazioni del vertice di un partito (dopo tot votazioni diverse da quelle decise dal partito - diciamo sopra il 60% - nell'arco di un certo lasso temporale).
Tanto più in una situazione come questa, in cui c'è stato un comportamento più che criticabile o quanto meno schizofrenico dei vertici, che per settimane hanno detto no al governo di larghe intese (persino di scopo e per pochi mesi, soluzione da me ritenuta - come Quotidiano Nazionale e contrariamente a Repubblica - la più logica all'inizio, e che in seguito ho abbandonato sotto l'influenza e sulla fiducia in Bersani e anche in Repubblica) e poi sono usciti fuori con questo voltafaccia: un governo giustappunto di larghe intese (con mescolanza di politici del Pd e del Pdl invece che tecnici) e ben più lungo di quello di scopo di pochi mesi inizialmente ipotizzato.
Cari vertici del Pd, siete completamente fuori strada: le eventuali espulsioni di esponenti contrari al Governo Letta sono contrarie alla promessa fondante del Pd, e cioè di un partito plurale e aperto. E, se permettete, anche in eclatante contraddizione con la vostra apertura di governo. Come pensate di conciliare la grande apertura verso il Pdl nel governo con questo atteggiamento rigido e chiuso verso le minoranze del partito?
E vi assicuro non sono un tremendo sinistrorso, tant'è che alla famosa assemblea del Pd fiorentino in cui fu criticato D'Alimonte, sono stato uno di quei tre o quattro gatti (meno del 10% nonostante la non piccola presenza di renziani) che risposero al professore: sì, piuttosto che andare a elezioni subito, meglio un governo di scopo di qualche mese per cambiare la legge elettorale insieme al Pdl. Ecco, un governo di scopo è un'altra cosa, soprattutto dopo settimane di strategia opposta da parte di Bersani. La coerenza non è un optional in politica (che non significa che non si possa cambiare posizione, ma est modus in rebus).

Lorenzo Sandiford

Ps: pubblico questa concitata nota all'oscuro degli ultimi fatti, magari la minaccia è già rientrata oppure alcuni sono già stati preventivamente epurati :-))

(scritto il 23 aprile 2013)

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