mercoledì 2 febbraio 2011

firmerò il testo di Bersani che invita Berlusconi a dimettersi: ecco perché

Incollo qua sotto un mio commento che replica alla critica negativa di un bravo giornalista politico che opera sulla piazza di Firenze, e sembra spesso di orientamento filo-renziano, alla scelta del Pd di affidarsi in questa fase di scontro politico a un invito alle dimissioni di Berlusconi. La mia risposta è una spiegazione del perché, nonostante che sia spesso in disaccordo con le strategie di Bersani, questa volta lo appoggio.

"Non considero questa raccolta di firme sotto un testo che invita Berlusconi a dimettersi un'iniziativa comunicativa geniale, ma da qui a dire che è ridicola o anche solo negativa ce ne corre.
Lo sarebbe stata se il testo fosse stato diverso, tutto puntato sul moralismo shock e morboso che sta imperando nelle pagine di diverse testate. Ma il testo di Bersani è semplice e sobrio. Ero scettico prima di leggerlo e pensavo che dopo averlo letto non ce l'avrei fatta a firmarlo. E invece no: è sobrio e più che accettabile, a parte qualche espressione qua e là.
Per cui domani andrò a firmarlo. Non c'è niente di cui vergognarsi e potrebbe essere addirittura utile.
Detto questo, continuo a credere che sul piano delle strategie comunicative, non per ora della capacità di 'governo' e nemmeno nell'esecuzione delle medesime strategie, sia più sulla strada giusta Renzi di quanto non lo sia la maggioranza bersaniana.
L'unico problema è che non capisco fino a che punto Renzi abbia intenzione di restare davvero nell'ambito di una politica di centrosinistra, per quanto riformista. E, a scanso di equivoci, non mi riferisco ora a una vicenda tipo quella delle aperture dei negozi il Primo Maggio, che considero semplicemente un marchiano errore politico (forse voluto per ragioni personali di visibilità).
No, mi riferisco a questioni più serie e rilevanti nel segnare lo spartiacque fra una politica progressista (che come minimo non deve aumentare le disuguaglianze) e una conservatrice o di centrodestra.
Un esempio? Ecco un test semplice semplice: Renzi è a favore della cedolare secca o contrario? E' per far pagare le tasse alle rendite improduttive e magari tagliarle a chi fa impresa oppure no?
Una volta chiarito questo, sono per una strategia di opposizione più simile a quella di Civati e di Renzi che non di Bersani. Gli avversari politici oggigiorno si mettono più in crisi con mosse mediatiche e persino semplici battute ironiche ben azzeccate (purché ci sia dietro anche una sostanza programmatica, ovviamente).
Questo però vale in condizioni normali. E in questa fase, dopo gli scandali porno-giudiziari e porno-mediatici (mi riferisco a una prima pagina del Manifesto), non lo siamo più. Per cui una mobilitazione basata sulla pacata e ferma indignazione funziona eccome (purché non venga caricata di eccessi moralistici poco credibili in bocca a qualsiasi politico italiano agli occhi dei cittadini).
Anzi, chi è un po' in difficoltà in questo giro è proprio Renzi, a causa dell'altro errore politico da lui commesso: la visita ad Arcore. (Di nuovo, forse voluto per ragioni personali di visibilità)."

Lorenzo Sandiford