venerdì 10 settembre 2010

quali primarie per presidenti di governi e giunte

Primarie di coalizione con la possibilità di più candidati del Pd e confronto fra rose di 2-5 elementi dei futuri governi o giunte. Mentre nei contesti in cui il Pd può correre da solo due possibilità a disposizione: i) la candidatura del segretario del Pd oppure ii) primarie aperte anche ai simpatizzanti.

E' la proposta di modifica dello Statuto del Pd che lancio in relazione alle modalità di scelta dei candidati alla guida degli esecutivi dei diversi livelli territoriali: candidati a presidente del consiglio, presidente di Regione o di Provincia e Sindaco.
Con la caduta nei numeri della vocazione maggioritaria generalizzata del Pd, il modello pensato da Veltroni con il segretario - candidato premier naturale (e con un governo ombra ecc. ecc.) è andato in frantumi. E' stranamente rimasta però, nonostante il tanto parlare dei bersaniani dell'obiettivo di un partito solido, propositivo e non succube degli amministratori-governanti, una impostazione contraria a tale obiettivo, sia con il sostegno alla candidatura naturale dei segretari sia di fatto non facendo nulla per allargare la platea degli iscritti (e un partito che non cerca nuovi iscritti, magari per paura di sconvolgere gli attuali equilibri di forze, non ha grandi prospettive, secondo me).

Questa situazione anomala può essere risolta con una correzione dello Statuto tale da prevedere le seguenti due modalità di selezione dei candidati premier (o presidenti o sindaci):

1) nei contesti "a vocazione maggioritaria", cioè dove il Pd può presentarsi alle elezioni davvero da solo, ci sono due possibilità: il candidato premier può essere (a seconda della situazione e in base a quanto deciso dall'assemblea dei delegati) o (i) il segretario del Pd del livello territoriale corrispondente oppure (ii) la persona scelta tramite primarie di partito con più candidati aperte ai simpatizzanti.
Il presupposto è però che i segretari dei vari livelli territoriali siano scelti con congressi molto più trasparenti e intelligenti di quelle attuali, perché se per caso fossero scelti come sembra dai giornali stia succedendo adesso a Firenze si rischierebbe addirittura di perdere le elezioni con un segretario candidato di quel tipo;

2) nei contesti in cui sono necessarie alleanze elettorali con altri partiti, invece, il candidato non può essere che scelto attraverso primarie di coalizione aperte ai simpatizzanti. E queste primarie di coalizione, per non trasformarsi in meccanismi sfascia coalizione, andrebbero fatte nel seguente modo: 2.a) si votano non solo i candidati presidenti, ma dei ticket di 2-5 elementi del futuro esecutivo (presidente, vicepresidente, e qualche ministro/assessore caratterizzante); 2.b) il candidato presidente non deve essere per forza il leader di un partito e anzi ci possono essere più candidati per ogni partito (ovviamente la cosa riguarderà, eventualmente, di fatto solo il partito maggiore).
Inutile dire che questa soluzione 2 non potrebbe essere però scritta nello statuto, se non al massimo come impegno a proporla agli alleati, perché dipenderà anche dalla volontà di costoro.
Primarie di coalizione fatte in questo modo hanno due vantaggi: x) consentono alla gente di scegliere anche una fetta consistente dell'esecutivo; y) non dovrebbero provocare lacerazioni perché condurrebbero ad alleanze interpartitiche.

Lorenzo Sandiford

2 commenti:

Unknown ha detto...

il vero problema per il PD è presentarsi a primarie di coalizione con più candidati, cosa che provocherebbe la divisione dei simpatizzantii pd favorendo candidature più deboli di altri partiti. Per esempio primarie con due o tre candidati pd, uno di SEL, uno di IDV rischierebbe di vedere, con meno del 30% di consensi, vincere un candidato di un partito minore.
Poichè ritengo il doppio turno alle primarie una cosa imrpoponibile per gli elettori, il vero nodo è come fa il PD a presentarsi compatto a primarie di coalizione? Rispondere che lo statuto prevede che sia il segretario non mi soddisfa, proprio per quel ragionamento che fai sul partito a vocazione maggioritaria e perchè penso che un ottimo segretario non necessariamente sia il migliore candidato..sono due funzioni molto diverse.
Allora facciamo decidere gli iscritti? L'assemblea?
Nicola Centrone

Lorenzo Sandiford ha detto...

Grazie del tuo commento, anche perché mi ha fatto notare che la numerazione dei punti che avevo buttato giù in prima stesura era un po' sciatta e fuorviante per il lettore. Per cui adesso ho provveduto a correggerla e renderla più perspicua.
E aggiungo anche un'altra correzione, perché nella prima versione sembrava che sostenessi che solo il Pd, in eventuali primarie di coalizione, potrebbe presentare più di un candidato, mentre intendevo dire soltanto che solo il Pd di fatto avrebbe i numeri, volendo, per farlo.

Riguardo alle tue osservazioni, preciso che nella mia proposta di primarie di coalizione non c'è l'obbligo per il Pd di presentare più di un candidato, al limite potrebbe anche non presentarne nessuno oppure presentare un tecnico fuori dai partiti oppure accettare, ad esempio, il candidato dell'Idv accompagnato da 2 assessori chiave del Pd e uno della Sel e uno dei Verdi in contrapposizione al candidato della Sel accompagnato da due assessori meno importanti del Pd uno dell'Idv e uno dei Verdi.

Le idee portanti sono le seguenti.
Le primarie sono concepite in modo che:
- non debba essere sempre favorito in maniera schiacciante il candidato del Pd, altrimenti non avrebbe senso farle per gli altri partiti, e inoltre, in caso di sconfitta del candidato del Pd, non debba essere vissuta come un verdetto negativo sul partito e come un trauma, ma come una sconfitta della combinazione di uomini scelta;
- anche per gli altri partiti una sconfitta non debba essere traumatica, perché legata alla qualità degli uomini e attenuata dagli assessori o ministri assegnati;
- la gente possa scegliere un bel pezzo di governo o giunta, senza assistere come oggi alle scelte vergognose di membri incapaci delle caste ad elezioni avvenute, perché se uno deve partecipare alle primarie con una rosa di cinque membri dell'esecutivo, li sceglie di qualità se non vuole perderle.
- non sia preoccupante il fatto che si possa candidare alle elezioni per la coalizione del "Nuovo ulivo" (sic) una rosa dell'esecutivo che ha vinto le primarie con una percentuale non altissima di preferenze, perché la gente sa che si è trattato di una competizione svolta secondo regole precise e lo accetterà. (A Firenze è andata così: sì, qualcuno all'inizio ha bubato un po' e fatto ostruzionismo a Renzi, ma poi è rientrato nei ranghi e nell'ambito di una fisiologica dialettica interna.) Anche perché i poteri delle giunte regionali, provinciali e comunali sono notevoli.
Questa almeno è la mia opinione.

Lorenzo Sandiford